Archivio mensile:ottobre 2013

martedì 22 ottobre: the clever square

The Clever Square

Quando li ho visti e sentiti per la prima volta, qualcosa come mille anni fa, i Clever Square erano in due, erano imberbi, praticamente dei bambocci e aprivano il concerto di qualcun altro al Locomotiv, mi sembra, quando al Locomotiv si stava larghi. Eravamo talmente in pochi che quando poi li ho risentiti per chiamarli a musica sigillata, loro mi hanno detto che era impossibile che io li avessi visti, quella volta, perché non c’era nessuno. E invece io li ho visti, lo giuro. Mi sento come quelli che vedono la madonna all’incrocio prendere l’autobus e nessuno ci crede. Il che è piuttosto comprensibile. Però, insomma, io li ho visti sul serio, quella volta. Poi, un giorno di quest’estate, mentre parlavo con Luca Benni, gli ho detto “Ma i Clever Square quindi esistono ancora” e lui mi ha detto “Direi di sì, visto che fanno uscire un disco” e allora io ho subito replicato “A ottobre, sono miei”. E ho anche scoperto che questo disco nuovo, che si chiama “Natural Herbal Pills” e che in copertina riproduce – in ordine sparso – una donna nuda, gelati, asparagi, dentifrici, spazzolini, fragole, cazzi, lingue, bocce di vetro per pesci rossi, colombe, bicchieri con cannucce, teiere e pulcini che emergono da tazze da tè, esce per Flying Kids, un’etichetta giovane di ragazzi dal cuore d’oro che mi hanno salvato dalla depressione senza farmi stendere su un lettino di pelle. Il che, tutto sommato, chiude il cerchio. Loro fanno una cosa che sembra che gli anni ’90 non siano finiti e certe volte sembrano i Pavement in fuga dal mostro della palude. In un pezzo del disco, leggo, c’è anche Garreth Klahn dei Texas is the Reason, un gruppo che ho ascoltato molto, tipo due volte. Arrivano martedì 22 ottobre al Caffè Rubik di Via Marsala 31/d. Alle 20.00 ma – lo ripeto per gli sbadati – anche un po’ prima visto che, tra le 19.00 e le 22.00, esclusa l’ora di concerto, è viva e lotta con noi la promozione made in Schiazza “Tutti sbronzi entro le 10”, durante la quale, tutte le birre artigianali costano un euro in meno. Insomma, non so cosa pensate dei Clever Square, che ora sono in quattro, ma io credo che dovreste venire anche perché il loro concerto, con ogni probabilità, sarà l’ultimo in assoluto di Musica Sigillata che, dopo due anni e 51 date dietro la vetrina, sta pensando di chiudere la propria esperienza. A meno che non accadano cose. E le cose, di solito, non accadono.
Festeggiamo la morte come si fa nelle culture serie.

Vedi, Jeremy, il sogno dell’uomo – contrariamente a quanto la gente pensa – non è sempre stato quello di volare ma, per la verità, quello di bere dal naso senza tossire e sputare tutto dalla bocca. Lo dice anche il libro di Golia, cap.4, versetto 76.

martedì 15 ottobre: THE lovecats

the_lovecats

Le quote rosa sono uno di quei concetti che non ho mai capito fino in fondo, perché mi fanno pensare che chi le ha concepite fosse convinto che le donne hanno qualcosa in meno degli uomini e che per questo motivo bisogna assicurarsi che, poverine, abbiano il loro spazio, che altrimenti sarebbe senza dubbio assegnato ad un uomo. Però io non sono molto d’accordo, perché le donne sono generalmente molto più cazzute degli uomini e – anche se si attaccano a cose piuttosto senza senso, tipo lo smalto per le unghie o i tacchi più o meno alti, il mascara e un’irresistibile voglia di avventarsi sopra i punti neri – probabilmente hanno tutte le capacità di fare le stesse cose che fanno gli uomini e di farle anche meglio. Quindi, insomma, non è perché nella programmazione di musica sigillata c’erano poche esponenti del gentil sesso – che, anche lì, perché gentile? Ho conosciuto donne spietate come il puma e violente come quegli animali che spuntano dalla sabbia e ti fanno un culo così – non è per una questione di parità sessuale che ho deciso di chiamare le Lovecats, queste due ragazze venete che ci diranno quanto lo spritz fuori dalla regione col dialetto più brutto di sempre sia insensato e perverso come l’ossobuco ordinato in un ristorante indiano a Londra. Le ho chiamate perché ho chiesto a Pentagon se voleva mandarmi qualcuno e Gianluca mi ha detto “potrei mandarti i Fargas o  le Lovecats” e, visto che i Fargas li avevo già chiamati – fra parentesi, è uscito un nuovo video dei Fargas, con quel bell’uomo di Spaggiari a rotolarsi nei campi e a fare il cascamorto sulla tastiera di un pianoforte a muro – ho ascoltato queste Lovecats e quello che fanno mi è sembrato molto – aspetta, come si dice? – urgente e sincero. Quindi ho pensato che chiuderle dietro il vetro e proteggerle sarebbe stata una bella cosa. Arrivano martedì 15 ottobre al Caffé Rubik di Via Marsala 31/d. Tutto comincia intorno alle 20.00. Ma – visto che abbiamo lanciato la promozione “Tutti sbronzi entro le 10”, che prevede lo sconto di un euro su tutte le birre artigianali, in occasione di Musica Sigillata, tra le 19.00 e le 22.00 – chi arriva prima fa una cosa intelligente, anche perché il bar esterno è una delle tante cose cassate da Schiazza nel corso degli anni. Che dire ancora? E’ la penultima, amici. Il futuro è incerto.

“Caro Dulmuth, ricordo con piacere le nostri giornate di pesca sul fiume Halalai, quando tu cantavi quella canzone normanna che avevi imparato da un uomo con sei dita e un tatuaggio a forma di levriero afgano. Ti invio questa fotografia, che ci ritrae insieme, con il sole sullo sfondo e un gabbiano in picchiata sulle nostre teste”.

venerdì 11 ottobre: Moro

Moroblog

Non mi ricordo bene che concerto fosse, comunque era uno della prima stagione di Musica Sigillata, ma a un certo punto un ragazzo si avvicina e mi mette in mano un CD, dicendomi che questo suo amico – in un momento della sua vita – aveva deciso di mettersi a fare musica e che quindi, a questo suo amico, sembrava giusto e corretto che la gente che ne aveva la possibilità dovesse farlo suonare. Ecco, a me suona molto come la storia di uno che ti racconta un suo enorme problema o ti confessa una cosa brutta, tipo che è andato a letto con tua madre mentre tu stavi aprendo le vongole nella stanza accanto e ti dice “Vedi, c’è questo mio amico che, mentre il suo amico sgusciava le vongole nella stanza accanto, si è fatto sua madre e adesso non sa come dirglielo”. Però, insomma, non era questo il caso, visto che il personaggio in questione non coincideva in nessun modo col ragazzo che al tempo mi ha dato in mano il CD. Poi, voglio dire, se per caso hanno problemi con le loro mamme, questi sono fatti loro. Comunque, il disco si chiama Silent Revolution, che è un titolo molto bello che mischia un aggettivo e un sostantivo che non stanno bene insieme, tipo peperoncino dolce, che poi magari esiste, visto che esiste anche roba tipo il gelato al carciofo, però una rivoluzione silenziosa è una bella cosa da pensare, tipo la neve. E infatti, in un video di quelli che MORO mi ha allegato agli svariati messaggi che – con una perseveranza da archeologo alla ricerca del santo graal – ha continuato a spedirmi in quasi un anno, ci sono proprio una serie di paesaggi con la neve, il che è abbastanza pertinente, se leggi quello che ho scritto sopra. Ho letto che ha fatto parte di gruppi che imitavano gli U2 e i Depeche Mode, cosa che può essere considerata piuttosto disdicevole, ma che poi – come forma di redenzione – quella cosa che mia nonna chiamava fioretto e che includeva una serie di rinunce tipo non mangiare panettone o non infilarsi le dita nel naso anche in caso di enormi e durissimi caccoloni – ha cominciato a scrivere canzoni pop-folk, che io ho ascoltato e ho trovato davvero molto delicate e belle. Poi, oggi mi ha detto che hanno fatto la sigla e la colonna sonora di Orto e Mezzo, che è questa cosa qui, condotto da Federico Bernocchi, al quale noi siamo molto legati in quanto radioascoltatori di quel programma che lui faceva quando si faceva chiamare Fede MC. In tutto questo, mi sono dimenticato di dire che MORO arriva a Musica sigillata venerdì 11 ottobre, sempre alle 20.00 o giù di lì – ma se arrivi prima è meglio perché non facciamo più il bar esterno e quindi se vuoi sbronzarti, insomma, hai capito – e sempre al Caffé Rubik di Via Marsala 31/d. Ovviamente pioverà. Ma a noi che ce frega. C’abbiamo i portici, che ci asciugano la testa prendendosi in pegno la nostra felicità.

SE non c’è altro, Margareth, puoi uscire da quella porta.
P.S. Ah, poi lui è un docente d’inglese che parla l’inglese meglio di un professore di Oxford, per cui sono accettate prenotazioni per correzioni di bozze e lezioni individuali o di gruppo, alla modica cifra che poi io e lui stabiliremo.