Archivio mensile:aprile 2015

MARTEDì 5 maggio: HILO + WHO THE FUCK IS ALBERTO BECHERINI @ PIEDE PERNOD N.3

Copertina 5maggio

Forse tu neanche lo sai. Però, ecco, quella maglietta che ti metti per fare il bullo con le ragazze della tua classe, arrivando in skate fino alla porta, con un trick che da solo dice “porca miseria, quanto sono punk”, ecco, quella maglietta dei Rancid, l’ha disegnata Alberto Becherini, un nome che probabilmente non ti dice niente, perché sembra quello del compagno di banco al quale sono indirizzate le palline di carta che soffi da una cerbottana di fortuna, ricavata da una penna bic senza la punta. E invece Alberto Fucking Becherini, che una volta faceva l’operaio, da un po’ di tempo, senza neanche sapere come e perché, si è trovato a lavorare con un sacco di band della scena punk internazionale e con marchi di skateboard, agenzie di marketing e brand di abbigliamento. Arriva a Piede Pernod – al Pastis di Via Belvdere 7 – martedì 5 maggio, con una selezione di lavori realizzati su commissione e poster ristampati su carta telata ed incorniciati.

Dall’altra parte, in questo tripudio di teschi, rotelle, disegni di rotelle, pupazzi e disegni più o meno vintage, ci sono gli HILO, una band che io ancora mi chiedo come abbia fatto a non sfondare. Sono mostruosamente bravi, hanno la trombetta, fanno i cori, cantano delle canzoni che tu esci dal concerto e te ne liberi solo quando qualcuno ti dà una testata in fronte. E, insomma, hanno appena pubblicato questo disco “Rising Up & Rising Down” co-prodotto, registrato e mixato da Luca Piazza (bassista e producer della band “The Please”) presso lo Zen Garden studio di Cassano D’Adda (MI). Il titolo dell’album è liberamente ispirato all’omonimo saggio di William T. Volmann “Rising Up and Rising Down: Some Thoughts on Violence, Freedom and Urgent Means”. Ovviamente, quest’ultima parte, essendo davvero molto professionale e seria, l’ho copiaincollata.
Inutile dire che sarebbe bellissimo se il concerto te lo ascoltassi dentro e non a 600 metri, perché, ehi, devi dire a quella ragazza che il suo smalto si intona perfettamente col tuo panino al salmone ma la musica ti impedisce di farlo.
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DOMENICA 26 APRILE: MUSICA SIGILLATA VOL.3 – OBSOLET RELEASE PARTY

Copertina Obsolet

Ce l’abbiamo fatta. No, ce l’avete fatta. La compilation con un brano per ogni artista costretto a proporre un concerto sottovuoto nel corso di quella che – allo stato attuale – è l’ultima storica stagione di Musica Sigillata, è finalmente pronta. Ha doppia nazionalità, perché una parte arriva dall’Inghilterra e l’altra da Eboli, dove Manuele Altieri, nella solitudine della propria cameretta piena di dischi e mozzarelle, ha elaborato l’artwork che consegna alla storia un unico essere metà uomo e metà donna, i cui protagonisti sono incollati in un limone durissimo, mentre all’interno c’è un bel ghiacciolone bianco, il colore che caratterizza quelli che magari inizialmente erano all’amarena o alla menta ma che alla fine costano meno perché sono usati, come dice Schiazza.
La presenteremo e la consegneremo agli aventi diritto domenica 26 aprile, nel corso di un release party organizzato in collaborazione con l’ancorapuzzolentedilattematerno Associazione Culturale OBSOLET, nata – dopo mesi di laceranti riflessioni, spezzate da rigeneranti incursioni nella techno – dall’esperienza di ChillWave Open Air. Lo spirito rimane lo stesso, le facce pure, ma gli oriundi (tipo Sivori) bolognesi, arrivati da luoghi non degni di nota e non certo per fare i dog sitter o gli scucchiaiatori al Festival della Zuppa, provano a darsi un tono, festeggiando l’avvenimento come fanno i vecchi – e sicuramente da qui il nome – nel bar di fiducia, il Caffè Rubik, accompagnati dai dischi dell’amico JellyBoy. Dalle 17 alle 22, extended djset tra l’obsolescenza delle musicasette e quella dei portici bolognesi. Questa domenica pomeriggio, marchio inconfondibile di chi si è sostituito in passato alle margherite nel parco, è organizzata per autofinanziare la fondazione dell’Associazione e la progettazione delle prossime iniziative primaverili.
Una precisazione. Esistono 67 esemplari dell’audiocassetta “Musica Sigillata Vol.3” – ti chiedi, “perché volume 3?” e ti rispondi che Musica Sigillata esisteva pure prima e che in un periodo di musica liquida questo è già sufficiente per ipotizzare l’esistenza di due leggendarie compilation – ne esistono, dicevo, 67 esemplari. 41 spettano di diritto ai finanziatori. Ne rimangono – se la matematica non è un’opinione – 26, che possono essere acquistate alla cifra di 10 euro cadauna.

La tracklist da pelle d’orso sulla schiena è la seguente:

Lato “A come Avventura”
1. Le Man Avec Les Lunettes LMALL – Former Leader
2. HHAVAHH – Giovedì
3. Nelcaso – Come Out
4. Girless & The Orphan – Wings behind our backs
5. Kill Your Boyfriend – Dexter
6. His Clancyness – Gold Diggers

Lato “B come Bravura”
1. Quakers And Mormons – Worms
2. Urali – The Flux
3. The Sleeping Tree – Jah Guide
4. Caso – Fiato Corto
5. BRACE – Piedini

Se siete finanziatori – non finanzieri – e per qualche oscura ragione non vi presenterete domenica o in futuro, vedremo di farvi avere comunque il frutto del nostro duro duro duro lavoro.  

Le registrazioni belle sono di Andrea Melega. Quelle – non c’è bisogno di dirlo – volutamente lo-fi sono frutto dei miei studi presso Abbey Road.

MERCOLEDÌ 15 APRILE: PAOLO FOR LEE + ANNA OPPIO PIEDE PERNOD N.2

Copertina 15 aprile

Quando ero piccolo e andavo in vacanza dai miei nonni, ero l’unico della famiglia che aveva un cognome diverso da quello dei miei cugini perché mia madre è l’unica figlia femmina in un clan di maschi. E allora, io un po’ mi vergognavo e sognavo il giorno in cui avrei cambiato cognome, per essere anche io come loro. Ecco, non so cosa sia saltato in mente a Paolo Forlì, che una volta si faceva chiamare Bungalow 62 e ora invece Paolo For Lee (una roba che, a dirla tutta, avevamo già scritto noi a Musica Sigillata, quando, cannando completamente la provenienza, eravamo riusciti a stampare un volantino in cui c’era scritto “dreamfolk from For Lee”. Quindi, quello che voglio dire è che un po’ è colpa nostra). Però, insomma, qualcuno deve essersi scordato di dire a Paolo che la grattugia serve per ridurre il parmigiano in minuscole scaglie. Cioè, non è che te la devi ingoiare. E invece, ecco. Paolo ha sbagliato e adesso ha messo su una voce che Tom Waits sembra Farinelli. Quindi, Paolo Forlì, forte di questo suo timbro sempre più prossimo a una sega sul tronco, si è recato in studio e ha registrato questo disco pazzesco, che si chiama per l’appunto “Minneapolis” e che sembra inciso in una caverna, tipo graffito.

Sulle pareti del Pastis, invece, proprio per contrasto, c’è Anna Oppio. Ecco. Per Anna, non avrebbe senso cambiare cognome, perché trovarsi un indice di dipendenza già all’anagrafe e senza neanche sforzarsi è una bella fortuna. Fatto sta che Anna è un’illustratrice coi capelli rossi, il che è già tutto un dire. Che poi magari sono tinti, eh. Però, insomma, se hai i capelli rossi e li porti con un taglio alla Giamburrasca, devi fare l’illustratore. Oppure Giamburrasca. Quando l’ho vista per la prima volta, ho capito che l’avrei tampinata per farle esporre qualcosa, anche se non sapevo nemmeno cosa facesse. Però, sai come si dice, un po’ come quel film con Eminem in cui Brittany Murphy, pace all’anima sua, non fa altro che dire a Eminem “I got a feeling about you” o qualcosa del genere. Ecco. Viene fuori che Anna ha appena pubblicato un libro per bambini, che si intitola ” Peppino il Fino”, edito da Fabbrica Musicale Edizioni. E quindi, niente, il risultato è che mercoledì 15 aprile inauguriamo questa mostra delle tavole originali del libro.
L’orario del secondo Piede Pernod della storia è quello: 19.30 o giù di lì. Dovrebbe essere scontato ma mi preme sottolineare che, essendo questa una rassegna che prevede musica dal vivo e non stuzzichini con piano-bar – il concerto lo ascolti davanti al palco, non bevendoti un tamarindo a 300 metri di distanza. Mentre uno suona, magari se non parli ancora più forte perché, “porca miseria, questo tizio che strimpella proprio non capisce che voglio raccontarti che da Zara ci sono i calzini in saldo”, fa lo stesso.
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