Sì, ecco, onestamente basterebbe molto poco per capirlo ma ho questo piccolo problema di pigrizia che al momento mi impedisce di controllare a che appuntamento di Musica Sigillata siamo arrivati. Comunque, fatto sta che martedì 27 marzo arriva al Caffè Rubik di Via Marsala 31/d Jocelyn Pulsar, l’uomo dalle mani più grandi del mondo che non si capisce come abbia fatto a non frantumare neanche un manico delle chitarre che ha tenuto tra le dita fino ad oggi. Ecco, di Jocelyn Pulsar è uscito da poco per Garrincha questo disco (anzi, forse non è ancora uscito ma volendo lo potete ordinare qui), che si chiama Aiuole Spartitraffico coltivate a grano, che secondo me è un titolo molto bello e – indipendentemente da quello che c’è dentro – riassume bene le cose che lui (il ragazzo Francesco Pizzinelli) fa. Ora, io non ho molto tempo. Quindi copioincollo quello che trovo lì.
A quasi due anni di distanza dal precedente “Il gruppo spalla non fa il soundcheck” torna il progetto del cantautore forlivese Francesco Pizzinelli – Jocelyn Pulsar con un nuovo disco in uscita il 21 Marzo 2012 per Garrincha Dischi.
Avete mai visto le aiuole spartitraffico coltivate a grano? Erano altri tempi, quelli in cui ancora si faceva la guerra sul campo da battaglia.
Ma erano gli stessi tempi di oggi a parlar di carestia e di crisi, seppure vestite in modo diverso. Ed è in questo contesto, a due anni di distanza dal precedente Il gruppo spalla non fa il soundcheck, che nasce il nuovo disco di Jocelyn Pulsar Aiuole Spartitraffico coltivate a grano. Stesso stile e stessi temi “nostalgici” ma diversi gli arrangiamenti e la scelta della tavolozza cromatica dei suoni. Il cantautore forlivese, Francesco Pizzinelli in arte Jocelyn Pulsar, non parla direttamente della crisi ma la guarda dalla finestra e la racconta attraverso la semplicità delle piccole cose quotidiane. Parla di coppie e di amore, parla della squadra del cuore, della terra dove si nasce e di quella che fa crescere. Parla del tempo che passa e della mancata evoluzione dell’uomo, di come da questa prospettiva tornare a “25000 anni fa” sia un attimo.
Ma ci sono anche le canzoni della sopravvivenza, come “Inevitabilmente, naturalmente, il Cesena perde”, quasi un vademecum in quei giorni in cui si è lasciati dalla ragazza e la squadra del cuore, per l’appunto, inevitabilmente perde.
È un disco che con ironia e certezza racconta di quelle verità che a volte vengono celate e non vedono l’ora di essere scoperte.