Che dire? Esco in terrazzo a fumare e dalla tasca sento le voci. Una voce metallica che dice “Mi dispiace, non capisco”. Praticamente, tiro fuori il telefono e vedo che si è attivato SIRI, che è quell’applicazione che ti risponde come ti risponderebbe un deficiente con una serie di frasi pre-impostate, a volte anche a prova di presa per il culo. Fatto sta che “mi dispiace, non capisco” è una frase molto bella e che sarebbe potuta davvero uscire dalla mia tasca. Il ragazzo qui sopra è Luca Righi ma molti lo conoscono come Three Lakes ed è bravo come sono bravi pochi a fare un folk che sembra uscito – come la voce dalla mia tasca – dalla veranda di una casa della provincia americana, quelle di legno, con una sedia a dondolo, un pezzo di tettoia che deve essere riparato da vent’anni e un vecchio a caso con una spiga in bocca. Ha fatto un paio di dischi per Upupa – ai quali ha collaborato gente di Giardini di Mirò, Gazebo Penguins, Red Line Season, Three in One Gentleman Suite, Comaneci, eccetera eccetera – e poi EP, split, insomma ha fatto un sacco di roba.
Quel cuore incastrato nei rami, invece, è opera di di Ida Bentinger, un’artista magrissima che ho sempre intravisto a colazione al Caffè Rubik e che mi sono sempre chiesto: “chissà cosa fa quella ragazza magrissima?”. Ecco, Ida – che produce anche disegni nei quali Daniel vede sempre una vagina, anche se non c’è – è l’autrice dell’installazione che invaderà il Pastis di Via Belvedere 7, davanti al Mercato delle Erbe, e che praticamente è una rivincita postindustriale della natura artificiale – con un gioco di parole, la natura umana, dai – che si fa spazio tra le pareti ed esce dalla vetrata a vedere che tempo fa fuori.
Three Lakes e Ida Bentinger, martedì 24 marzo 2015, sono di fatto la prima puntata di Piede Pernod. Si comincia alle 19.30, più o meno. Il concerto inizia alle 20.00. Non c’è tantissimo spazio, quindi dovrai essere puntuale, caro amico.