Archivio mensile:giugno 2012

martedì 26 giugno: alessandro raina

Mentre il vicinato era intento a studiare metodi creativi di protesta nei confronti dell’insopportabile impatto sonoro provocato dalle ridicole casse del Rubik – certo, se ti affacci alla finestra sbattendo un cucchiaio di legno contro una pentola, poi la pubblicità durante l’intervallo della partita non riesci a sentirla nitidamente – musica sigillata cercava di chiudere giugno con una data che piace alle donne e agli intellettuali, per favorire quello scontro fra culture pop che contribuisce a creare scenari di giovani fanciulle stramazzate al suolo, ai piedi di imperturbabili futuri professori di Twitter che si grattano il mento e prendono appunti. In tutto questo, la vera vittima è Alessandro Raina, quel ragazzo che vedete qua sopra col cappellino ma che oggi sfoggia un look da ultimo dei Mohicani e che ha subito un pressing non da poco, al limite del fallo da espulsione. E’ stato intercettato nel passaggio per Bologna degli Amor Fou, dai quali sarà prelevato e teneramente stordito per poi risvegliarsi a musica sigillata martedì 26 giugno, quando sarà chiuso dentro al caffè Rubik di Via Marsala 31/d e costretto a suonare – cito –  “canzoni inedite composte nel suo recente viaggio in Africa, documentato dalle pagine del Mucchio Selvaggio di Dicembre e on line”.
Si comincia alle 20.00. Chi arriva prima può dissetarsi all’interno. Poi fuori. Chi non viene è fuori. Chi viene – tecnicamente – anche.

Per sapere di più su Alessandro Raina, c’è il bugiardino dentro le pasticche per la tosse. Che trovate qui.

giovedì 21 giugno: phidge

Ecco. Il giovedì tamponato è quello dei Phidge, che stavano uscendo semplicemente dal parcheggio, con la freccia lampeggiante, e si sono visti arrivare il mercoledì di Havah sullo sportello. Comunque, loro sapete chi sono e se non lo sapete dovreste informarvi. E se non volete informarvi, basta che leggete qua sotto. E se poi neanche volete leggere qua sotto – a parte che avete qualche serio problema – almeno venite a sentirli a musica sigillata, giovedì 21 giugno. Al Caffè Rubik di Via Marsala 31/d. Alle 20.00 si comincia. Alle 19.45 potreste anche trovare posto per sedervi con refrigeranti bevande.

Poi, in fondo al corridoio, gira a sinistra e trovi tutto.

I Phidge (Dodi Germano, Nick Di Virgilio, Oscar Astorri, Riccardo Fedrigo) nascono a Bologna nel 2003. I primi due promo autoprodotti, “…next June” del 2003 e “Disclosing how it feels” del 2004, permettono alla band di suonare sui palchi di alcuni dei più importanti festival d’Italia (Heineken jammin’, Neapolis, SixDaySonicMadness) e di farsi notare anche all’estero con due date in Svezia e una in Bosnia. Ma è grazie al terzo promo, “Glad, out of that” del 2006 che arriva il contratto con l’etichetta Riff Records di Bolzano. I Phidge registrano il loro album d’esordio ai Vacuum Studios di Bologna, con la produzione di Bruno Germano. Il master sarà affidato ai Saff Studios di Chicago.  “It’s all about to tell” esce nel gennaio del 2008 e viene salutato da un ottimo riscontro di pubblico e di critica. Segue una lunga serie di concerti che porta la band in giro per i palchi di tutta Italia. Durante l’estate 2008 la loro versione di “Little wonder” di David Bowie viene trasmessa dalla trasmissione cult di Radio2, “Dispenser”. Il batterista Simone Cavina decide di lasciare i Phidge per dedicarsi ad altri progetti. Ci vuole quasi un anno, ma verso la fine del 2009 i Phidge trovano in Oscar Astorri il loro uomo. L’arrivo di un nuovo membro porta i Phidge a ripensare da capo la loro musica. Dopo un anno trascorso a ricomporre completamente il loro sound, la band torna ai Vacuum Studios nel 2011 e ne esce con le undici tracce di “We never really came back”, il loro secondo album che uscirà per Riff Records il 6 gennaio 2012.

mercoledì 20 giugno: HAVAH

Non spendo troppe parole per dire chi o che cosa è HAVAH, perché tanto lo potete leggere laggiù, sulla punta dello stivale. Quello che dirò è che pur di havere HAVAH lo ho tampinato per giorni e settimane, che è un po’ una citazione. Io gli scrivevo su facebook e lui all’inizio mi rispondeva che mica lo sapeva se ci veniva a musica sigillata, perché, a suo modesto parere, la versione site specific del progetto poteva fare cagare. Ma io gli ho detto di provare e lui allora ha detto ok. Poi però gli ho scritto fortissimo per fare il programma e lui non mi rispondeva, quindi alla fine l’ho messo in calendario lo stesso in un giorno a caso e a quel punto lui mi ha detto “quel giorno non posso”. Però, visto che io HAVAH lo volevo a tutti i costi come il dentifricio la mattina, ci siamo messi d’accordo per mercoledì 20 giugno, sempre alle 20.00 minuto più minuto meno. Il che vuol dire che quella settimana ci saranno due musiche sigillate, una dopo l’altra. Il programma bisogna portarlo alla SIAE. E dopo tutta questa fatica, quando Tihana ha portato il programma alla SIAE, probabilmente mentre aspettava il suo turno canticchiando We are the champions o un’altra canzone dei Queen, le è caduto l’occhio sulle date e ha pensato “Ma come è possibile che ci siano due concerti in due giorni consecutivi?” E quindi, sentendosi abbastanza un supereroe, ha detto alla SIAE un altro giorno a caso. Comunque HAVA è al Rubik di Via Marsala 31/d mercoledì 20 giugno. Che tampona giovedì, quando invece ci sono i Phidge. (questo però ve lo dico domani)

Havah è il nome palindromo delle velleità pop shoegaze di Michele Camorani, batteraio della più importante band screamo della terra, capo delle grafiche di Serimal e responsabile di molte ottime cose successe sulla costa adriatica in ambito punk. Punk in senso lato. Anche costa adriatica in senso lato.
Dopo la cassetta HdemoH (2009) e Adriatic Sea No Surf dell’anno scorso (entrambi inlibero download), esce , il nuovo album intitolato Settimana. Ecco le consegne: un brano per ogni giorno, una prece serale al dì cantata a voce riverberata, tonalità funerea e recitato in italiano, stando rintanati in cantina tra dischi di new wave tricolore e chitarre post-punk, a disegnare con la mente offuscata coretti oh-oh-oh di un surf californiano. E aspettare, ché “aspettare per me non è mai stata una questione di pazienza, ma di follia”.” (La Belle Epop)

Giugno

C’è il programma di giugno. Lo trovi qui. E’ quello verde. Come il prato sopra le macerie.

giovedì 7 giugno: the great northern x

Ci ho messo un po’ per imparare il nome The Great Northern X, perché Isa me lo diceva con accento calabrese e perché io continuavo ad associare la figura dall’esplosiva capigliatura di Marco Degli Esposti a Art of Wind, che è un bel progetto folk. Ad ogni modo, ecco, giovedì 7 giugno la grande X del Nord si piazza a Musica Sigillata come il primo degli appuntamenti di questo programma estivo, sempre al Caffè Rubik e sempre alle 20.00. Chi arriva prima, vince la possibilità di sedersi e di prendere da bere all’interno, se il bar ancora non si è trasferito fuori. Quando ho messo qualche pezzo dei The Great Northern X, Carlotta ha detto “Non sembrano per niente italiani”, il che – di solito – è un bene, se canti in inglese e sembri un cowboy trapiantato in Scozia, quando i Mogwai si stavano formando. Un po’ come se un batterista che non sapeva fare altro che il quattro quarti si fosse manifestato in sala prove quando i Beatles stavano per diventare famosi. Ah, aspetta. Questo è successo sul serio.

Per il resto, qua sotto c’è la polvere.

“The Great Northern X” è Marco Degli Esposti alla voce, chitarra elettrica, chitarra acustica e banjo, Filippo Arzenton alla chitarra elettrica, Cristian Arzenton alla voce e al basso e Fulvio Veronese alla batteria e alle percussioni. Il gruppo nasce, nell’estate del 2009, a Montagnana (PD), dalla fusione di Art of Wind (progetto solista di Marco Degli Esposti) e Flap (trio strumentale): entrambi nel roster di In The Bottle.TGNX è un po’ terreno di incontro tra scrittura e voce tendenzialmente folk-psichedeliche, dilatazioni surreali e arrangiamenti post-rock, di deriva anni ’90.”